Sei a dieta perenne ma non dimagrisci di un etto: colpa del metabolismo ”inceppato” che non ti fa smaltire la ciccia. La soluzione, però, c’è ed è facilissima

Si chiama “la dieta dei 7 ormoni” e sta facendo furore. Perché questa dieta – che è tutta scritta nell’omonimo libro (Sperling & Kupfer) – aiuta chiunque a dimagrire. Specialmente coloro che non sono mai riusciti nell’intento. Perché dimagrire non è solo una questione di volontà e di calorie. Parola di Sara Gottfried, medico e autrice del libro di cui sopra nel quale spiega come molto dipenda dagli ormoni. Sono loro i responsabili del grasso in eccesso, degli attacchi di fame, del desiderio incontrollabile di zuccheri. Quindi, per dimagrire, secondo la Gottfried serve un bel reset ormonale. Volete provare questo regime particolare? Ci vogliono 21 giorni e una serie di attenzioni. Non è una dieta drastica ma richiede l’abolizione di determinati alimenti. Come spiega Donna Moderna, ogni tre giorni, per 21 giorni, si eliminano alcuni alimenti legati a un ormone particolare. Dal primo al terzo giorno. No: carne e alcol. Sì: ortaggi, lenticchie e legumi di tutti i tipi, frutta secca, semi, merluzzo, salmone, sgombro, sardine, frutti di mare, pollo e uova. Il motivo. Un eccesso di estrogeni procura all’organismo uno stato di infiammazione che ostacola il dimagrimento. Tra le cause più comuni, un eccessivo consumo di carne. (Continua a leggere dopo la foto)

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Dal quarto al sesto giorno. No: zucchero bianco e di canna, miele, agave, sciroppo d’acero e ketchup. Sì: patate dolci, zucca, quinoa, frutti di bosco, olive, avocado, cavolo, tarassaco, spinaci, bietole. Il motivo. Una quota elevata di insulina fa aumentare gli estrogeni e il testosterone. Come risultato si sviluppa una insulino-resistenza, che ostacola il dimagrimento perché la sazietà non si manifesta e si ha di nuovo fame anche se si è mangiato da poco. Non solo: il fegato trasforma lo zucchero in adipe e si mette su peso. Dal settimo al nono giorno. No: alcol, patate, pomodori, melanzane e peperoni. Sì: carciofi, crauti, germogli di erba medica, piselli, broccoli, zucca e carote. Il motivo. La leptina viene prodotta nelle cellule adipose e invia un segnale di sazietà mentre si mangia. Se si è in sovrappeso, però, le cellule adipose la producono in eccesso e i recettori vanno in tilt. Risultato: non ci si sente mai sazi. Dal decimo al dodicesimo giorno. No: caffè, tè nero, tè verde, bevande gasate ed energetiche. Sì: legumi, verdure, acqua calda con limone e pepe di Cayenna, acqua calda con cardamomo e infuso alle erbe, spinaci, bietole. Il motivo. Troppi caffè e uno stress cronico possono far aumentare il cortisolo. Quando questo ormone è in eccesso si diventa irritabili ed è più difficile controllare il peso. Il motivo? Aumenta il picco glicemico che, quando si abbassa, ti fa sentire affamata. Qui i consigli per la tavola, ma occorre risolvere anche il problema dello stress.

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Dal tredicesimo al quindicesimo giorno. No: pane, cereali per la colazione, frumento, segale, orzo, avena, miglio, riso, farro, würstel, salumi, senape, besciamella, birra, spezie. Sì: cavolo riccio, broccoli, lattuga, frutti di mare, pollame e uova bio. Il motivo. Gli ormoni tirodei condizionano il metabolismo, i livelli di energia, il peso, l’umore. C’è un legame fra queste sostanze e il glutine contenuto nei cereali: chi ha una funzione tiroidea lenta dovrebbe eliminare il glutine che in molte casi provoca gonfiore e un aumento di peso. Dal sedicesimo al diciottesimo giorno. No: latte, formaggio, burro, kefir e yogurt. Sì: crostacei, pesci, carne, uova, semi, legumi, latte di mandorle, latte di cocco, latte di canapa. Il motivo. Insieme al cortisolo, l’ormone della crescita determina quanto grasso si accumulerà su pancia e fianchi. Il suo livello può salire molto con il consumo di latticini.

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Dal diciannovesimo al ventunesimo giorno. No: prodotti che contengono ftalati e parabeni; recipienti di plastica per conservare o cucinare. Sì: cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, timo, cumino, aneto, curcuma, origano, rosmarino. Il motivo. Alcune sostanze chimiche, come il bisfenolo A, i parabeni e gli ftalati che trovi nei prodotti per l’igiene personale e della casa aumentano i livelli di testosterone responsabile del blocco del metabolismo. Il reset serve a eliminare le tossine accumulate. Sono passate 3 settimane e hai perso peso, oltre ad aver ripulito il tuo corpo. E ora? È arrivato il momento di reintrodurre gradualmente gli alimenti eliminati. Ma, quando questi vengono reintrodotti, è indispensabile ascoltare il proprio corpo. Se, per dire, bevendo caffè ti senti gonfia, forse è il caso di evitarlo. L’importante è non avere fretta. Gli alimenti vanno reintrodotti gradualmente consumandoli una volta al giorno almeno per un paio di giorni e sempre nello stesso pasto. In questo modo sarai in grado di capire quali sono i cibi che bloccano il metabolismo.